venerdì 3 ottobre 2008

Fratelli Scigghitani

Riceviamo e pubblichiamo:


Fratelli Scigghitani

Provengo da un paese piuttosto piccolino:

si chiama Scilla ed è molto carino;

ma i suoi abitanti, ahimè, hanno un vizio:

leccano il c***o a qualunque tizio!

Prete, politico, chiunque egli sia,

le loro lingue riempiono ogni via!

Se non cambiate atteggiamento, miei carissimi amici,

non potrete mai vivere felici!

Il “lecchinaggio” , si è visto, non porta a niente,

se non a farvi litigare con l’altra gente!

Vi chiedo, dunque, con il cuore in mano,

torniamo uniti, come in un tempo non lontano!

Ma se non volete, che posso farvi?

In ogni caso, continuerò a stimarvi!

A chi, comunque, si mostra ancora molto scortese,

io dico:

“Fratello Scigghitano, vattene a quel paese”!!!

pseudospezzina75

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei precisare che questi versi non sono stati scritti per accusare o giudicare: sono frutto di varie constatazioni e, soprattutto, vogliono essere uno stimolo a "rrussigghiarci"...è mai possibile che qualunque pinco pallino arrivi riesca sempre mi 'ndi menti i peri i supra?!? Ciao da Francesca...

Anonimo ha detto...

Caro Nonnu,
se me lo permetti, vorrei intrattenere ancora te e i malaffezionati a proposito del post "Fratelli Scigghitani" del 2 ottobre 2008.
Sottoscrivo lo spirito della "filastrocca" e del commento di precisazione...
Ma sulle possibili o anche solo immaginabili vie d'uscita sono molto pessimista...
Perché, in giro per la città, scarseggiano proprio le "basi fondamentali" di qualsiasi crescita civile.
Al "potente" o apparente tale si perdona tutto. Ma proprio TUTTO. Appunto in virtù della diffusa preferenza di una marca di lecca-lecca diversa da Chupa Chups alla quale ha fatto riferimento Francesca.
Ma al semplice concittadino che tenta di far emergere la VERITA' pura e semplice si dice: "sai com'è...", "non è il caso...", "io preferisco il dialogo..." Intendendo, con quest'ultima parola, non il suo significato nella lingua italiana ma, appunto, l'appecoronamento totale al potente di turno, nella speranza - spesso mutantesi in povera illusione - di rimanere nelle grazie del potente stesso e riceverne la riconoscenza. Materiale o affettiva. Inutile aggiungere che i due comportamenti, da parte delle stesse identiche persone, si invertirebbero con una velocità superiore a quella della luce se il potente, malauguratamente, cadesse in disgrazia e il semplice concittadino facesse il "salto di qualità"...
Se poi uno cerca di essere preciso nell'esposizione delle proprie tesi e contesta con argomenti fondati e provabili quelle altrui, allora viene accusato di fare inutile sfoggio di cultura e di non sapersi spiegare con "parole semplici". Sintomo evidente che al peggio non c'è mai fine. Una volta, infatti, alcune delle persone poco sicure della propria capacità di sostenere, con cognizione di causa, una discussione rimanevano il più possibile in silenzio o si rivolgevano con garbo e senza presunzione agl'interlocutori. Oggi, secondo alcuni, ci si dovrebbe vergognare della propria erudizione e se qualcuno non ci capisce è colpa nostra che non ci sappiamo spiegare!
E' anche sulla base di queste amare ma riscontrabilissime considerazioni che resto perplesso anche di fronte all'appello all'"unità" contenuto nella filastrocca. Unità con chi? Sulla base di cosa?
Chi mi conosce sa che sono tutto fuorché una persona che si prende troppo sul serio come, lo riconosco, potrebbe sembrare leggendo i miei interventi su internet...
Spero, dunque, che considerazioni come questa non vengano scambiate per spocchia o superbia. Io posso solo aggiungere che mi sforzerò sempre di seguire la mia coscienza. Anche a costo di rimanere solo.

Giovanni Panuccio
http://giovannipanuccio.blogspot.com/

u nonnu ha detto...

Caro Giovanni,
chi vo' fa'!
Condivido in pieno le tue considerazioni. Al proposito, ti rimando a un altro mio intervento sul forum BEATI VOI (ex poveri noi):
http://www.activeboard.com/forum.spark?forumID=95911&p=3&topicID=21290435

Anonimo ha detto...

Ciao!

Volevo dire, continua così Giovanni, non mollare mai nonnu, tu Francesca pure. Io so che il tempo darà ragione ai giusti.

Vi cito le mie poesie preferite:

"If" di Kipling (troppo lunga per metterla qui :-) Già la conoscete di sicuro.

E quella di Manzoni "Il giusto solitario":

“Sentir - riprese - e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcer gli occhi, conservar la mano
pura e la mente: de le umane cose
tanto sperimentar, quanto ti basti
per non curarle: non ti far mai servo:
non far tregua coi vili: il santo Vero
mai non tradir: né proferir mai verbo,
che plauda il vizio, o la virtù derida”.

Francesca era più comprensibile la tua sicuramente.


Mariateresa Varbaro

Giovanni Panuccio ha detto...

Grazie di cuore, Mariateresa!
Sì: conosco "If" di Kipling. Montanelli la definiva un vero e proprio "comandamento" morale ed una "Bibbia" civile ai quali non cessare mai d'ispirare la propria condotta.
Quanto a "Il giusto solitario" di Manzoni l'avrò sicuramente "incocciata" qualche volta, ma non me la ricordavo. Grazie di averla riprodotta e non temere sul fatto che possa essere rettamente compresa: chi vuole, lo ha già fatto!

Giovanni Panuccio

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con voi, in tutto. Vorrei solo rispondere a Giovanni riguardo l'unità a cui faccio riferimento nei miei versi: più che altro, s'intende una certa solidarietà che riscontravo fino a qualche tempo fa...ora, invece, anche se crepi in mezzo alla strada, non importa a nessuno; anzi, credo che c'è anche chi ne sarebbe felice!!!
Baci affettuosi da Francesca...

Giovanni Panuccio ha detto...

Hai ragione, Francesca, è colpa mia! Rileggendo i tuoi "agrodolci" versi, infatti, si capisce benissimo che quel "torniamo uniti" non si riferisce a chissà quali progetti politici, sociali, culturali o religiosi ma ad una molto più "terra terra" unità umana, che sappia esprimersi anche in piccoli gesti capaci di passar sopra ai motivi, pur fondati, di contrasto, in nome di quei "doveri" di solidarietà riconosciuti da molti precetti religiosi ma anche dalle stesse leggi dello Stato!
In giro per Scilla, invece, è attualmente percepibile "a vista d'occhio" un certo profondo astio fra molti suoi abitanti.
Eppure, Francesca, quel tipo di solidarietà gratuita e disinteressata mi è capitato d'incontrarla recentemente nella nostra città. E' un episodio tutto sommato buffo ed esilarante, come può esserlo un motorino che prende fuoco in movimento e che viene gettato in mare! Ma in esso non è difficile scorgere quei sentimenti umanitari dei quali abbiamo tanto bisogno.
Ne ho parlato in un altro sito:

http://scillachiese.blogspot.com/2008/06/testimonianza-personale-ho-incontrato.html

Giovanni Panuccio