venerdì 5 ottobre 2007

LA RIVOLTA IN BIRMANIA / 5

La televisione di stato conferma l'arresto di circa 2000 persone, anche se per gli oppositori sono almeno il triplo.
E' stato ordinato alla gente, per precauzione, di non riunirsi in gruppi formati da più di cinque persone, anche se -ammette la tv di regime- la gente si raduna ugualmente.
Alcune centinaia di persone sono state rilasciate dopo aver promesso per iscritto che non prenderanno parte in futuro ad altre dimostrazioni di piazza.
I capi della giunta militare si dicono disponibili a incontrare la leader dell'opposizione -ancora agli arresti domiciliari. E' il primo frutto della recente missione dell'inviato dell'Onu.
Il regime pone però delle "precondizioni". Che la Signora Aung San Suu Kyi abbandoni la promozione di: confronti; devastazioni totali; sanzioni economiche e altre sanzioni in danno del Myanmar. Se rinuncia a tutto questo, la signora sarà ricevuta dal generale Than Shwe [il capo dei capi] in persona (!)
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I monaci sono intervenuti perché vedevano la gente diventare sempre più povera e avere problemi sempre più grossi. Pensavano di poter negoziare tra le due parti, facendo affidamento sulla forza dell'amore.
E' quanto afferma in un'intervista uno delle centinaia di monaci che sono riusciti a raggiungere il confine con la Thailandia.
Ma, dopo quello che ha visto, adesso dice"Odio i soldati"! e si dice sicuro che chi ha ucciso i monaci andrà "nel più profondo degli inferni".
Dice ancora il monaco.48 anni: "Siamo ancora più determinati a continuare la lotta contro i militari. Vogliamo pace, la riconciliazione nazionale, prezzi più bassi e la liberazione dei prigionieri politici."

Si dice sicuro che i militari non dureranno ancora a lungo: "In poche settimane i monaci si riorganizzeranno e ...con la forza dell'amore e l'aiuto internazionale ce la faremo".
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[notizie raccolte da: www.timesonline.co.uk]

Intanto però, pur sapendo che è sbagliato, anche i monaci odiano.