lunedì 28 febbraio 2011

LETTERA APERTA DA JAFAR PANAHI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA D’APERTURA "BERLINALE" 2011


Il mondo di un regista è segnato dalla interazione tra realtà e sogno. Il regista usa la realtà come ispirazione, dipinge con il colore della sua immaginazione e crea film che sono una proiezione delle sue speranze e dei suoi sogni.
La realtà è che nei passati cinque anni mi è stato impedito di fare film e ora sono ufficialmente condannato ad essere privato di questo diritto per altri venti anni. Ma so che continuerò a trasformare i miei sogni in film nella mia immaginazione. Ammetto come regista socialmente consapevole che non sarò in grado di rappresentare i problemi quotidiani e le preoccupazioni del mio popolo, ma non voglio negarmi il sogno che tra vent’anni tutti i problemi saranno spariti e, una volta che avrò di nuovo la possibilità, farò film sulla pace e la prosperità nel mio paese.
La realtà è che mi hanno privato del pensiero e della scrittura per venti anni, ma loro non possono impedirmi di sognare che tra vent’anni inquisizione e intimidazione saranno sostituiti dalla libertà e dalla libertà di pensiero.

Mi hanno privato della possibilità di vedere il mondo per venti anni. Spero che quando sarò libero, sarò in grado di viaggiare in un mondo senza barriere geografiche, etniche e ideologiche, in cui le persone vivano insieme liberamente e pacificamente, indipendentemente dalla loro credenze e convinzioni.
Mi hanno condannato a venti anni di silenzio. Eppure nei miei sogni io urlo in favore del momento in cui noi saremo in grado di tollerare l’altro, di rispettare i pareri degli altri e di vivere per gli altri.
In definitiva, la realtà del mio verdetto è che devo passare sei anni in carcere. Vivrò per i prossimi sei anni sperando che i miei sogni possano diventare realtà. Spero che i miei colleghi registi, in ogni angolo del mondo, creino film tanto grandi che, quando lascerò il carcere, sarò ispirato a continuare a vivere nel mondo che hanno sognato nei loro film.
Quindi da ora in poi, e per i prossimi vent’anni, mi trovo costretto a tacere. Sono costretto a non poter vedere, sono costretto a non poter pensare, sono costretto a non essere in grado di fare film.
Mi sottometto alla realtà della prigionia e dei miei carcerieri. Cercherò la realizzazione dei miei sogni nei vostri film, sperando di trovare in essi quello che mi è stato tolto.”
Jafar Panahi*
*Regista iraniano, in carcere per le sue idee

sabato 26 febbraio 2011

LETTERA-APPELLO-DENUNCIA DI UNA GIOVANE SCILLESE

Facciamo nostra e pubblichiamo la lettera-appello-denuncia di una giovane scillese, pubblicata su www.scillafutura.it .
Sono parole pesanti, che esprimono forza, lucidità e consapevolezza delle proprie capacità. Nel contempo, appare lampante il grande rammarico di vivevere in una realtà scillese attuale "sonnacchiosa".
Ma la lettera esprime anche una grande fiducia nel futuro, la molla che spinge i giovani a proseguire testardamente nell'inseguire i propri sogni.

Diventa davvero difficile coltivare le porprie passioni quando non si hanno concime e mezzi buoni per la ‘coltura’. 
La musica, la pittura, la scultura, l’arte in generale è l’apoteosi dell’espressione di sentimenti, di stati d’animo, della propria identità. I giovani in particolare trovano nella musica lo specchio della loro anima, si rivedono nelle storie raccontate dai testi musicali ed emulano cantanti o gruppi nei loro stili, nel modo di vestire o di parlare.
I giovani scillesi però si trovano in una realtà che non li favorisce sotto questo punto di vista. A Scilla purtroppo mancano fisicamente i luoghi d’incontro giovanili. Non si trovano, a differenza che nelle province limitrofe, delle sale comunali a disposizione dei ragazzi, che possano permettergli di realizzare le loro passioni, la musica in primis. 
Scilla un suo complesso bandistico ce l’ha, un gruppo folkloristico anche, ma non tutti condividono la passione per la musica da parata o folk. 
I giovani, si sa, preferiscono la musica leggera nei suoi diversi generi. 
Le varie richieste presentate alla giunta comunale affinchè mettesse a disposizione dei ragazzi una “sala prove” sono state rifiutate e a poco a poco è svanita anche la voglia di provare a sperare in una risposta positiva, ed insieme alla speranza svaniscono la pazienza e l’iniziativa.
Mettere a disposizione luoghi di ricreazione e crescita culturale e personale invoglierebbe sicuramente i ragazzi ad avvicinarsi all’arte ed alla Musica in particolare. 
L’assenza di questi spazi frena le aggregazioni, per non parlare poi della quasi totale assenza di locali pubblici nei quali le ipotetiche aggregazioni potrebbero esibirsi ed allietare i sempre ipotetici spettatori. “Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno”…
Ma ci siamo mai chiesti perché scappano tutti da questo paese? O ci siamo accomodati troppo sull’idea che Scilla sia “vivibile” solo quella settimana nel mese di agosto?
Quando si dice “impara l’arte e mettila d parte”…
I giovani talenti scillesi sono costretti a mettere da parte i loro sogni, niente di più sbagliato! 
In vista dei prossimi cambiamenti nella direzione comunale, e parlo a nome della grande maggioranza dei giovani scillesi, speriamo che qualcosa possa migliorare, abbandonando quella staticità che impedisce l’aggregazione e incitiando chi ha il dovere di amministrare correttamente il paese ad avere fiducia nelle nostre potenzialità, chiedendo di metterci a disposizione un locale che sia sede di crescita e interazione. Mai negare le possibilità di miglioramento. 
I giovani sono il nostro futuro e se il nostro futuro vogliamo migliorarlo è solo sulle giovani menti brillanti che dobbiamo fare affidamento.
Natalì Giacobbe