lunedì 20 agosto 2007

ASPETTANDO L'ALISCAFO....

Poco prima delle tririci, ho 'ccumpagnatu me' soru e una sua amica milanese (per la prima volta scesa a visitare quella parte d'Italia che trovasi ubicata sotto il parallelo di Roma) al porto di Reggio per prendere l'aliscafo per Lipari, isole Eolie.
Premetto che il biglietto era stato preventivamente prenotato via internet per circa 10 euro.
Ma la prenotazione non basta. Oltre al biglietto e a diritti vari, c'è anche il contributo per l'ingresso a Lipari (azz..!): costo 1 €.
Così, quattru 'i corda e cincu 'i spavu, ti ritrovi ad aver speso più di un ventinaio di euro.... e ancora mancu partisti!
Durante il tragitto che da Scilla ci portava a Reggio, percorrendo quindi il tratto finale dell'A3 -che oramai è divenuta una vera e propria attrazione turistica di cui vantarsi (almenu ririmu)- tranquillizzavamo l'ospite milanisa (sorpresa che non ci fosse da pagare alcun pedagio autostradale che, se ci fosse, dovrebbe essere a favore degli automobilisti, a titolo di risarcimento), rassicurandola circa la velocità del collegamento.
La partenza era prevista per le 13:50. Espletate le formalità bigliettifere, ci siamo avvicinati al molo d'imbarco degli aliscafi.
'Na parola tu, e una ieu, passò la prima menz'orata. Pigghiate dalla fame canina, le viaggiatrici in pectore, ricorrevano a qualche brioche (o briosh, come ho trovato scritto su qualche scontrino poco alfabetizzato) per reintegrare gli zuccheri. Nel frattempo, arrivata la terza amica, a peri, direttamente dalla calata dell'Eremo, per ingannare la perdurante attesa si sono cominciate a ricordare le avventure dei viaggi passati. Ore 14:35, dell'aliscafo mancu 'u sciauru.
Il tutto, si svolgeva come detto, direttamente sul molo, 'nchiuvati o' suli, tanto che l'amica milanese cambiava spesso postazione per avere così un'abbronzatura uniforme; senza 'na pensilina sotto cui ripararsi la mpigna; senza 'na panchina o nu sedili (salvo un bizzolo di fortuna, già occupato da chi ci aveva preceduti); senza un cestino dei rifiuti dentro il quale buttare una cicca apportatrice di zuccheri -evidentemente basta buttare tutto a mare, è più facile e sbrigativo.

Fattu sta che, col pinzero di avvisare casa del ritardo imprevisto, affinché non arrivassero a chiamari i pomperi, alle ore 14:40, dopo aver salutate sorella e amiche al seguito, ho pigghiato la machina per fare ritorno allo Scigghio. Giuntovi, mando un messaggio a me' soru per sapere se l'aliscafo era salpato. Nenti.
Ho avuto tutto il tempo di consumare le restatine del pranzo festifero di ieri (nucilla e ciciri compresi) e ancora nenti signali. Finalmenti, alle ore 15:07, me' soru rispundi:siamo appena partite, dopo solo un'ora e un quarto di ritardo. Alleluia!

Tanto avevo da segnalare circa l'efficienza e l'immagine turistica dei nostri beneamati paisi.
Francesco, scillese in trasferta a Reggio