giovedì 1 novembre 2007

LA RIVOLTA IN BIRMANIA / 12

La protesta dei monaci è ripresa. Un centinaio di loro ha sfilato ieri per le vuie della città di Pakkoku, a sud ovest di Mandalay.
A un mese di distanza dalle prime dimostrazioni pacifiche contro il regime, i monaci dunque tornano in strada, a sfuidare il vigente divieto di riunione imposto dalle autorità militari e in coincidenza della nuova visita in Birmania (prevista per il fine settimana) dell'inviato dell'ONU, dopo che la prima, di fatto, si è rivelata essere una comparsata a uso delle telecamere delle televisioni di tutto il mondo.
Mentre il governo, non a caso, ha di nuovo interrotto i collegamenti internet, per i monaci il solo modo di fare arrivare i documenti che chiedono riforme economiche, il rilascio dei prigionieri politici e la caduta dell'attuale governo, è quello di lavorare di notte -a rischio e pericolo di essere arrestati o peggio- e distribuire poi copie dei volantini.
Nell'intento di prevenire la divulgazione di questi documenti, il Governo sorveglia perfino i negozi di computer.
I giovani monaci, comunque, continuano a rischiare, nella consapevolezza che -come di ce uno di loro: "Anche tra i monaci ci sono spie."
[notizie tratte da il giornale e timesonline]

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